Articolo a cura di Bruno Agnetti

Pubblicato su Quotidiano Sanità il 20 ottobre 2018

Social networking

20 OTTGentile direttore,
il carteggio generato dagli articoli del Prof. Ivan Cavicchi ha coinvolto a fondo  coloro che si occupano di organizzazione sanitaria. Il Professore e collega perdonerà se non verrà continuamente citato in questo  semplice elaborato  che vorrebbe argomentare, in particolare,  di cure primarie  e di assistenza territoriale.
 
Lo stesso dicasi per il Prof. Stefano Zamagni.  La medicina generale, a 40 anni dall’istituzione  del SSN, richiede  una  riforma generale. Oggi alcuni mmg     mostrano  disagio professionale che si manifesta attraverso la  sfiducia  verso  ogni azione o ideazione  di filosofia politica  sanitaria. Quelli vicino alla pensione sono portati  ad un disinteresse quasi accidioso.
 
Le nuove generazioni desiderano invece   fortemente  entrare  in un  “sistema lavorativo” convinti    di  approdare all’interno di una  professione  che svolga  anche il ruolo di   classe dirigente  di questo paese.

Nella realtà potrebbero ritrovarsi  improvvisamente inseriti in una organizzazione agonizzante che in breve potrebbe arrecare delusione.  I cultori della materia  hanno formulato  numerosi progetti  al fine di dare vita a  un nuovo patto-contratto tra i medici professionisti della sanità territoriale, i cittadini   e il Servizio Sanitario Nazionale basandosi  su una deontologia contestualizzata  e  una organizzazione del lavoro dove “ruoli e funzioni” potessero avere  più importanza in favore del bene comune.

La mancata attenzione a questi suggerimenti  di rinnovamento ha invece legittimato,   nel dibattito generale, le narrazioni  relative all’esternalizzazioni   e   alle  privatizzazioni,  considerate   addirittura modelli da imitare (Gruppi di Cure Palliative,  CreG,  Provider, iniziative  di CA e di ospedalizzazioni domiciliari private  ed altre proposte  organizzative  territoriali mutuate da esperienze   nate  oltre oceano  in regimi  assicurativi, strutturalmente diversi dal SSN italiano  e  protetti da brevetto).

A fronte di queste riflessioni vorremmo mettere a conoscenza dei suoi lettori alcune nostre riflessioni che le aghiamo alla presente.

Bruno AgnettiAlessandro Chiari Centro Studi Programmazione Sanitaria (CSPS) – Regione Emilia-Romagna

20 ottobre 2018
© Riproduzione riservata